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TESTI
Il mio lavoro è un tentativo costante di contatto e dialogo con la coscienza della Terra e il contesto sociale​.
Il progetto e la serie di lavori shapeshifter traggono ispirazione dalle pratiche sciamaniche del centro America. dove i “curanderi” sono capaci di mutare forma mimetizzandosi con l’ambiente circostante.
Realizzo così performances che ottengo ritraendomi in un determinato luogo sensibile, cioè che sento particolarmente in una sorta di contemplazione attiva, cerc​ando così un dialogo e un contatto con il genius loci.​
​Questo contesto, che produce in me un sentire, una sorta di istanza di verità interiore, conferisce all’interazione un carattere performativo, unico nel suo tipo, ​dove​ spettatori​ e partecipi, sono la natura e la macchina fotografica.
Quello che accade al luogo e alla percezione di esso quando io sono presente in quello spazio così come quando ne sono assente è molto interessante.
​Le due realtà testimoniate si sovrappongono nella fase di editing digitale, naturale continuazione del processo performativo. Tutto ciò porta in sé un carattere d’imprevedibilità e d’intuito che non permette nessuna metodologia iterativa e meccanica, ma una continua reinvenzione estetica e tecnica.
Il risultato finale allora diventa opera non solo documentativa, di un’azione che si sviluppa ulteriormente ​poi nel mondo immateriale del bit.
Lì infatti la manipolazione della materia è possibile, lì​ per sua stessa natura ogni azione diventa un processo estetico e performativo di contatto e di reinvenzione del reale.
​Quindi la mia performance è digitale perchè la tecnologia gioca un ruolo chiave e non ancillare strumentalmente, in quanto il contenuto, tecnica, estetica e persino la veicolazione della mia opera sono affidati alla tecnologia.
La mia pratica artistica rispetto alle pratiche innovative di artisti che vanno da Stelarc, a Blast Theory a Eduardo Kac, si pone in una ricerca non tanto di avatars, digital doubles o illusioni extra temporali, ma di un'indagine del nostro rapporto con il mondo e dell'estensione dell'azione estetica nel tempo e nello spazio attraverso la tecnologia.
 
La collezione shapeshifter dell’artista salvatore calì osa proporre al contempo una visione artistica e una visione della vita, tempo e trasformazione: vita come esercizio visionario e biologico, e la natura che diviene partner nell’espressione artistica.
la scelta di calì di connettersi alla terra, alle rocce, agli alberi coincide con il suo distacco dalla tradizione occidentale dove la natura è principalmente oggetto positivo di indagine per generare invece un progetto dinamico di dialogo con la natura che è anche contemplazione performativa. calì apre così in effetti il discorso artistico a nuove realizzazioni.
calì ha creato la nozione di “performance digitale” in cui l’artista produce azioni artistiche intrise di sacralitá in interazione con vari ambienti. Le sue azioni, in accordo e rispetto della natura, sono la sua performance, digitalmente registrata con film e fotografia.
stelarc, robert lepage, merce cunningham, laurie anderson, blast theory, eduardo kac hanno tutti aperto la strada alla performance digitale, ma questa acquista in calì una dimensione e un’espressione radicalmente diverse.
(Renata Summo O’Conell curatrice progetto Artegiro)
 
La convinzione che ci sia un legame energetico che stringe corpo umano e contesto ambientale in un connubio inestricabile è alla base di molta parte del lavoro di Salvatore Calì, in cui il corpo (il suo) perde confini e si disperde nella natura, “rivestendo” di pelle umana cascate, alberi, luoghi propulsori di un’energia ancestrale…
(dalla presentazione in catalogo di Marco Trulli per la personale Shapeshifters, nel contesto di timeless  | senza tempo, progetto curatoriale di Renata Summo O’Connell - Artegiro Contemporary Art, Montefiascone (Viterbo), 2012)
 
Salvatore Calì è attratto artisticamente dal mondo naturale, lo presenta in fotografia con arbusti, rami d'albero, rocce e foglie che lo avvolgono. Questi elementi si compenetrano con l'artista per raggiungere una simbiosi tra natura e corpo umano. L'opera fotografica derivata da queste composizioni è molto suggestiva e i significati filosofici espressi, fanno a noi ricordare il pittore del Romanticismo tedesco David Friedrich, cultore dello spirito interiore e della forza rigeneratrice della natura.
Queste opere presentate all'Art Web Gallery, non sono improvvisazioni né sperimentazioni casuali in fotografia, ma opere d'arte visiva, progettate e realizzate con un linguaggio riconducibile nell'alveo dell'Arte contemporanea.
Gilda Da Pozzo ( da Rassegna online Arte&Fotografia 2013 | Art Web Gallery )
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