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Every work of art is uncommitted crime.
Artegiro's presentation @ MIA Fair 2015.
 
dal 11 al 13 aprile 2015 The Mall - Porta Nuova, Milano.
 
artegiro coglie l’occasione di riflettere criticamente sui temi lanciati da mia e da expo 2015 presentando tre artisti che nella loro opera hanno rappresentato disagio, cambiamento, incontro tra il nuovo e il passato, insieme a proposte di nuovo ingaggio con l’ambiente privato, naturale e urbano.
il ruolo dell’arte rispetto a temi quali nutrire il pianeta e energia per la vita è unico in quanto espressione di un messaggio in termini visivi il quale nelle parole di theodor adorno dimostra che l’arte è effettivamente un crimine non commesso.
il ruolo dell’arte infatti adorno intendeva è di sfidare lo status quo per definizione. una proposta critica che non alimenti e non costruisca un nuovo status quo ha quindi l’opzione di proporre un’esplorazione del discorso artistico che interroghi e sovverta nell’ambito della stessa riflessione proposta da expo 2015.
questa selezione di opere di marina cavazza, giulio rimondi e salvatore calì, quindi, passando dal privato al pubblico al naturale assoluto, suggerisce che, nonostante la potente rilevanza dell’arte rispetto alla politica, la filosofia, l’ecologia, l’artista articola non solo le sue espressioni ma anche la sua epistemologia in completa autonomia.
 
education, nutrire la conoscenza per nutrire il pianeta
 
la conoscenza come processo oggettivante del soggetto da conoscere è un’attività squisitamente occidentale. la vita come esercizio insieme biologico e visionario all’interno della natura coincide invece nella serie shapeshifter con la scelta di salvatore calì di connettersi e interagire con il suolo, le piante, le rocce. la performance digitale, come la chiama calì, prevede gesti di collegamento ad un progetto di conoscenza universale dinamico e in evoluzione. il suo distacco dalla tradizione occidentale, che interpreta o esamina la natura, inizia invece un dialogo che è allo stesso tempo “contemplazione performativa”, aprendo nuove modalità non solo per la conoscenza stessa ma anche per l’ immaginare di un diverso discorso artistico. la performance ha come primo spettatore e co- attore l’ambiente con cui interagisce. in questo senso il gesto artistico di cali', la sua ricerca performativa digitale “e-duca” sé e lo spettatore a entrare in un processo di coscienza dove ogni azione produce una conseguenza, dove i sentimenti generano azioni.
 
renata summo o'connell
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